L’ assedio di Corfù 1716
Nell’anno 1699 non si era conclusa la guerra fra l’ impero Ottomano e la Repubblica di Venezia, con la vittoria della Serenissima, che aveva cosi’ allargato il suo dominio anche sulla Morea (Grecia occidentale). Il Turchi, bramavano di rimpossessarsi dei territori persi, il Senato Veneziano era consapevole del pericolo, e si trovava con il problema di difendere questi territori con adeguata truppa di terra.
Il fatto e’ che Venezia disponeva si di una flotta di potenza formidabile. Ma le sue forze terrestri erano troppo esigue per tutto il suo Dominio. Percio’ aveva provveduto a concentrare le forze in pochi capisaldi che in caso fossero stati attaccati, si potessero soccorrere con la flotta. Infatti nei primi mesi del 1715, i Turchi attaccarono con una offensiva la Morea e le isole vicine, trovando poca resistenza, creando cosi’ grande euforia tra i mussulmani, illudendoli di poter facilmente impadronirsi con pochi rischi anche delle isole Ionie. Il fatto h che queste isole erano considerate strategiche per la Repubblica di Venezia, vista la loro posizione, ma soprattutto la sfrontatezza turca spaventa anche l’Austria, che era impegnata in Bosnia a contenere la pressione ottomana. Con l’ intensificarsi dei rapporti dei suoi informatori che davano per imminente la ripresa delle offensive ottomane, il Senato Veneto ritenne di dover correre ai ripari e chiese aiuto all’ Austria di aiutarli, ma questa si rifiutava di fornire soldati, ufficiali, armi, come richiesto, ma si impegnava ad affrontare i turchi per terra, approfittando che questi che questi si sarebbero trovati impegnati su due fronti. Al comando delle forze austriache si trovava il Principe Eugenio Von Savoje, che aveva consigliato la Serenissima di affidare il comando delle sue truppe al conte Sassone Johann Matthias Von Schulemburg, che aveva una grande esperienza militare e che lui aveva avuto modo di apprezzare, sia come amico che come avversario, nelle varie contese che avevano impegnato l’ Europa negl’ anni precedenti.
L’attacco dei turchi, in Morea fu travolgente, e dopo un breve assedio dell’ isola di Santa Maura si arrese, fu ovvio supporre che la prossima e decisiva destinazione si sarebbe rivolta contro l’ isola di Corfu’. Venezia che non aveva truppe sufficienti, aveva gia’ avviato da tempo trattative con le varie corti europee per l’ assunzione di truppe mercenarie, ma le risposte erano lente e tardive tanto che la flotta turca si presento’ sotto le mura delle citta’ di Corfu’ con un esercito forte di 30.000 uomini, rispetto i 5.300 fanti della guarnigione. Lo Schulemburg arrivo’ a Corfu’ il 15 febbraio del 1716, e inizia subito grandi lavori di rinforzo delle fortificazioni, impiegando in tale scopo gran parte della popolazione, i quali lavorarono alacremente; anche se il panico per l’ arrivo dei mussulmani, sempre sanguinari e spietati contro gli infedeli, spinsero intere famiglie a espatriare in terre piy sicure. Contemporaneamente il Maresciallo invio’ a Venezia, una lista con i nome degli ufficiali piu’ esperti, ingegneri, artiglieri, artificieri che voleva al suo servizio.
L’ 8 aprile: il Principe Eugenio informa il Schulenburg, che i hanno concentrato truppe su Butrinto e Saida, e che la numerosa presenza di navi da trasporto e da guerra in quelle acque lascia intendere che presto si dirigeranno su Corfu’. Schulenburg, per non accrescere il panico tra la popolazione, ritiene di informare solo pochi subalterni del pericolo imminente e nel contempo d` disposizione di accelerare i lavori di fortificazione e spedisce corrieri al Senato per sollecitare truppe, munizioni e viveri. Subito dopo si imbarca sull’ ammiraglia della flotta veneziana forte di ventisei navi, chiamata Armata Grossa e comandata da Andrea Corner, per andare incontro alla flotta turca, perche’ spera di affrontarli in mare aperto quando ancora sono carichi di munizioni, uomini e rifornimenti, quindi poco agili nelle manovre e in difficolta’ a difendersi. Si dirige verso Zante per intercettarli e sbarrare la strada per il Mar Ionio.
Il 13 di aprile: arriva una missiva da Venezia che informa l’alleanza tra la Repubblica di Venezia e l’Austria per combattere assieme la mezzaluna. La notizia viene diffusa con gran risalto. I Turchi, forse perchi informati, si tengono a distanza da Zante e dirigono verso Corfu’, evitando quindi lo scontro che avrebbe potuto compromettere la loro impresa.
Il 1° di luglio: il comandante della piazza Schulenburg rientra a Corfu’, e il 5 dello stesso mese l’ armata ottomana, composta da sessantadue vele e comandata dal Paschai Janun Hogia’, e’ avvistata nello stretto di Cassopoco e dirige decisamente verso Corfu’. Andrea Pisani, comandante dell’ Armata Sottile (galee a remi), riceve l’ordine di contrastare lo sbarco; ma l’avvistamento di un’ altra flotta nemica lo costringe a rinunciare all’impresa.
Il 6 e 7 di luglio: Schulemburg dispone le truppe della Serenissima; per fronteggiare l’assalto al nemico e, conoscendone la tattica consistente in un attacco in massa al fine di travolgere il nemico per creare quindi il panico su tutto il fronte, il Maresciallo decide di creare una linea di resistenza giusto davanti dove presumeva si sarebbe effettuato lo sbarco. Dai suoi rapporti risulta abili 300 Alemanni, 239 Sudditi di San Marco, 726 Oltremarini e 293 Greci, compresi anche gli ufficiali, i pifferi e i tamburi. Il rimanente della truppa risultava in condizione di non servire in battaglia. Assegnate le posizioni da ordine di fortificarle con sassi, travi e qualsiasi altra cosa possa servire per impedire la scalata delle mura. Ordina inoltre di affondare tutte le barche presenti nel porto e piazza 100 uomini sullo scoglio di Laido. I Turchi, contano che tra le loro file anche diversi rinnegati francesi, napoletani, scandagliano il porto per paura di arenarsi e diventare cosi facile bersaglio delle artiglierie veneziane. Infine, il Pascha’ Janun Hogia’ decide, ritenendo vantaggio d’effettuare lo sbarco sull’isolotto di Vigo, posto di fronte alla Citt` di Corfu’. Qui vi sbarca 6000 guastatori e 4000 giannizzeri, che lo fortificano e vi piazzano i cannoni piy potenti. Il resto dell’armata, 15.000 fanti e 3000 cavalieri, viene sbarcato sulla spiaggia di Ispo, dove si accampano preparandosi per l’assedio. Schulemburg, che ha assoluto bisogno di uomini, tenta con scarso successo di organizzare qualche compagnia di Corfioti, e li affianca ai Greci.
9 luglio: alle 6 di sera i turchi sbarcano altri soldati e artiglieria, dando la sensazione di essere pronti a lanciarsi nell’attacco. Schulemburg fa prendere posizione alle truppe e anche agli uomini inabili, purchi in grado di presidiare la posizione.
12 luglio: gli osservatori Veneziani stimano in 12.000 i soldati turchi pronti all’attacco e notano che i cannoni sono gi` in batteria.
16 luglio: avviene il primo scontro! I turchi si muovono con cautela con pattuglie per esplorare il terreno. Schulemburg manda loro incontro alcune compagnie composte da Greci e da Ebrei che li fronteggiano valorosamente, uccidendone sei e prendendo un prigioniero, che fornira’ indicazioni utili sul numero e sulle posizioni degli assalitori.
18 luglio: arriva scortato dall’Armata Sottile, il convoglio da Venezia con rifornimenti, munizioni e milizie. Verso sera quasi all’imbrunire arrivano in porto indisturbate quattro navi maltesi comandate da Belle-Fontine, che si uniscono alla flotta Veneziana. Lo Schulemburg piazza cento Veneziani, cento Alemanni e cento Oltremarini sul monte d’Abramo; altri duecento fra Veneziani e Oltremarini sul monte San Salvatore e duecento e cinquanta granatieri sul retro dell’ospedale, sul monte d’Abramo.
20 luglio: poiche’ i turchi non si decidono di attaccare e continuano solo a rinforzare le posizioni, lo Schulemburg pensa che stiano aspettando altri rinforzi, allora invia l’Armata Grossa a ispezionare il campo turco ed eventualmente tenti azioni di forza contro le loro navi.
21 luglio: una grossa flotta di navi pontificie, spagnole toscane e genovesi comandate dal priore F.M. Ferretti, vengono in supporto alla flotta veneta a conferma che la diplomazia veneziana non era rimasta inattiva e soprattutto che era riuscito a rappresentare la guerra come un assalto alla cristianit`, ottenendo aiuti dalle Corti piy devote al Papa. Nonostante questi rinforzi la flotta veneziana, comandata da Andrea Pisani, preferisce evitare lo scontro e si limita a qualche scaramuccia senza importanza.
24 luglio: i turchi rompono gli indugi e sferrano il primo poderoso assalto alla Fortezza Nuova, ma grazie a un efficace uso delle artiglierie disposte da Schulenburg e dirette dal comandante Da Riva, viene respinto.
25 luglio: gli ottomani tentano un altro assalto presso il borgo di Manducchio, ma la difesa degli Shiavoni e Greci che lo difendono riescono a respingerli, malgrado il poderoso impeto dell’assalto.
29 luglio: circa cento cavalieri turchi si presentano nelle vicinanze del monte d’Abramo. I tenente colonnello Macedonia, con oltre quattrocento tra Oltremarini e Greci si fa loro incontro coraggiosamente e malgrado l’invito Schulenburg a non uscire allo scoperto, subendo poche perdite, massacra circa duecento turchi. I turchi, che hanno piazzato numerose batterie sul Manducchio, iniziano un bombardamento continuo ed efficace sulla citta`. Il Schulemburg ordina, con molta accortezza, la separazione e la protezione dei depositi di polvere.
1 agosto: Janun Hogia’ decide per un’ azione di forza nei confronti di San Salvatore e del monte d’Abramo, impiegando nell’occasione le sue truppe migliori. Lo scontro dura tre giorni e per primo cede San Salvatore, difeso dagli Alemanni. Successivamente cade anche il monte d’Abramo, malgrado la difesa eroica degli schiavoni, che perdono il loro comandante Maina ucciso da una scarica di moschetteria.
2 agosto: e’ forse la giornata piu’ critica dell’assedio perche’ ci si accorge che i Turchi hanno terminato la costruzione dei camminamenti che si estendono fino al borgo di Manducchio, oltre le saline, e le occupano con molta fanteria sventolando le loro bandiere.
4 agosto: ritenendo che gli assediati siano ormai allo stremo e manifestando d’esser pronti per l’assalto decisivo, i Turchi mandano a parlamentare un araldo con bandiera bianca che chiede la resa senza condizioni della piazzaforte, offrendo salva la vita agli occupanti. Loredan manda il dragomanno Bartolomeo Bruni e il maggiore Sardina a parlamentare con il comandante turco Mohamet Chossa ed il serachiere Kara Mustafa’. Non si conoscono le proposte dei Turchi, ma soltanto la risposta del Da Mosto che manda a dire che spedira’ loro le chiavi della citta’ con le palle dei cannoni.
6 agosto: assalto della piazzaforte. I Turchi tentano di portare al cune batterie di cannoni fin sopra il monte san Salvatore e monte d’Abramo, ma la resistenza opposta dagli assediati li costringe ad operare con calma, costruendo ulteriori trincee. Lo Schulenburg lamenta il mediocre funzionamento dei fucili e dei cannoni (il comandante dell’Artglieria era l’Alberghetti) veneziani.
8 agosto: si presenta in porto la nave del comandante inglese del convoglio di cinque navi con 1.500 uomini, mandati in rinforzo da Venezia, che e’ venuto a verificare la situazione. Dichiara che le navi sono a Brindisi e porta la bella notizia della vittoria del principe Eugenio a Petervardino sui Turchi. Viene sollecitato, il comandante inglese, a ripartire in fretta e a ritornare con i rinforzi. Schulenburg ordina ai generali Jegher e Sala di ispezionare il fossato, dove si trovano due compagnie di minatori, comandate dai capitani Follati e Pandon che sono venuti dall’Olanda.
13 agosto: un consultivo delle perdite veneziane fino ad oggi ammonta a 20 ufficiali e a 500 soldati tra morti e feriti. Si attendono con ansia i rinforzi.
15 agosto: arrivano finalmente 5 navi inglesi con 1.500 uomini, in prevalenza Alemanni, di cui 300 ammalati. Lo Schulenburg non perde tempo e li organizza in corpi, curando che ciascuno abbia gli ufficiali della propria lingua.
18 agosto: Schulemburg piazza 400 uomini presso un cammino coperto e 200 alla porta Raimonda, poi tenta una sortita sotto il monte d’Abramo con 200 soldati Alemanni e Oltremarini, comandati dal colonnello Pacmor e da un colonnello Rosani degli Oltremarini, dando disposizioni su quello che devono fare: catturare principalmente prigionieri per avere informazioni. La sortita h sanguinosa, i nostri perdono 60 uomini senza riuscire nell’impresa.
19 agosto: 3000 giannizzeri assaltano con scale, sciabole e mazze ferrate lo scarpone, difeso da 400 Alemanni; il bastione viene conquistato dai turchi che piantano le loro bandiere. Visto il loro successo, tentano di sferrare l’attacco decisivo e si dirigono ad assalire la Fortezza Nuova; ne consegue una mischia sanguinosa. L’avanzata inesorabile dei Turchi getta il panico tra i civili; le porte sono difese eroicamente dai soldati comandati dal Sergente Maggiore Sala. I Veneziani passano al contrattacco e riconquistano lo Scarpone, il Loredan e il Riva compiono prodigi di valore. Lo scontro e’ generale e le cronache ci tramandano un episodio in cui Veneziani, Schiavoni e Alemanni guidati da un francescano che impugna un crocifisso, travolgono i Turchi sebbene questi siano sostenuti anche dalle artiglierie. L’assalto ha successo e alla fine molti turchi giacciono massacrati sugli spalti, e quelli che si ritirano lasciano 36 bandiere in mano dei Veneziani. Le perdite pero’ sono ingenti: 300 tra morti e feriti Veneziani e circa 3000 tra i turchi.
20 agosto: finalmente il buon Dio interviene a modo Suo scatenando un uragano che in poche ore mette fuori uso navi e trinceramenti, bagnando le polveri turche. I mussulmani tentano comunque un disperato assalto alla porte Raimonda, che perr viene respinto.
21 agosto: terminano gli assalti da entrambe le parti, ma continuano senza sosta i tiri d’artiglieria. Strani movimenti di truppe vengono notati nel campo turco.
22 agosto: e’ una giornata di gioia. I turchi si stanno rimbarcando, lasciando sul terreno cannoni, cavalli, rifornimenti e ingenti materiali di guerra.
24 agosto: Corfu’ e’ in festa per la fine dell’assedio!
25 agosto: la flotta turca si allontana, inseguita da quella del Pisani. La campagna continua anche grazie ai numerosi rinforzi che Venezia h riuscita a rinviare, e la flotta veneziana ottiene qualche buon successo in molti scontri navali. Nel 1717 lo Schulenburg riconquista Prevesa e Ionizza e nel 1718 assedia anche Dulcinio quando giunge l’ordine di sospendere le operazioni militari, in quanto l’Austria senza il consenso di Venezia ha firmato a Passarowitz un trattato di pace con i turchi. Con questa mossa di Vienna, secondo gli storici, viene fatta per arrestare i successi dell Repubblica di Venezia, la quale stava rimpossessandosi rapidamente dei territori persi all’ inizio dell’offensiva turca. El Janun Hogia’, tornato a Istambul, viene arrestato e condannato per l’insuccesso militare.