I Corsi nella fanteria veneta

di Millo Bozzolan

Fino a quando l’esercito veneto fu costituito di soldati di professione, molti di essi arrivavano per tradizione di famiglia, dalla Corsica.

Questo arruolamento di “italiani foresti” (così erano indicati nei documenti, intendendo per italiani la provenienza geografica) si protrasse fino a dopo il 1750.

Anche i reggimenti non di leva (come invece erano le cernide – o “cerne”- e le craine), furono rimpinguati da militi provenienti dai reggimenti territoriali, con contratti “al risparmio” che prevedevano il vitto, l’alloggio, il vestiario e poco altro.

Si cercava così di rimettere in sesto il bilancio dello stato, dopo le enormi spese delle guerre navali di inizio settecento, che costrinsero da lì in poi, la Repubblica di San Marco a una politica militare strettamente neutrale.

La pagina è tratta dal volume “i Corsi nella Fanteria Italiana” di Federico Paleologo Oriundi, Venezia 1912.