Bon Redentòr

Una festa di fede cristiana

Come di consueto anche quest’anno in Venezia si ricorda la festa del Redentòr e non è certo l’aspetto goliardico che ci interessa affrontare ma l’aspetto religioso.

Correva da questa parti l’anno 1577, quando una tragica epidemia di peste che eliminò un terzo degli abitanti della città, venne finalmente sconfitta ricorrendo a tutte le opzioni a disposizione, anche quelle divine.

Tanta e tale fu la gioia del popolo che il Senato Veneto decise di erigere il tempio a Cristo Redentore a cui si erano affidati con la preghiera e le suppliche, tempio in cui rendere omaggio ad Aeternum se il morbo avesse risparmiato Venezia. E così fu.
Il Senato Veneto fece le cose in grande ingaggiando per erigere l’opera addirittura Andrea Palladio che terminò la costruzione della nuova chiesa nel 1592.

E da quell’anno che si ripete la processione, con tutto il Senato Veneto e con il Doge, assieme le varie confraternite devozionali ed al popolo vestito a festa, che attraversando il lungo ponte di barche provvisorio tra le due rive del canal della Giudecca andavano con somma fede e riverenza a ringraziare ed omaggiare il salvatore della città.

Perché, va sempre ricordato che i festosi e spettacolari fuochi d’artificio per cui adesso è ricordata questa festa, sono per il ricordo di una ricorrenza cristiana colma di fede e devozione nella sofferenza, e non un semplice isterico divertimento collettivo.