Storia

CRONOLOGIA

Tra il V e il VII sec d.C. i Veneti dovettero abbandonare le loro terre e riparare nella Laguna per sfuggire all’assalto dei Barbari (Unni con a capo Attila nel 453, in seguito Longobardi con Alboino nel 568), popolando così le numerose isolette lagunari, già abitate (fin dall’epoca romana) da popolazioni umili dedite alla pesca, alla raccolta del sale e alla coltivazione degli ortaggi. Sorsero così i centri di Chioggia, Malamocco, Torcello, Jesolo, Eraclea, Caorle e Grado. Le origini storiche della città datano dal tempo della dominazione Franca in Italia, quando nell’814 si trasportò da Malamocco a Rivoalto la sede del Governo della Repubblica Veneta, sotto il Dogado di Agnello Partecipazio. Nel 742 si istitui’ come permanente la nomina a Doge della Città al suo Dux. Fallita l’invasione dei Franchi, con la pace di Aquisgrana Venezia legò sempre più il suo avvenire a Bisanzio. Nel tempo, crescendo la sua forza militare e commerciale Venezia diverrà completamente indipendente e Repubblica Serenissima del mare Adriatico.

ORIGINI DI VENEZIA

401 d.C. Alarico, re dei Visigoti, dopo avere predato l’Oriente, invade l’Italia.

421 D.C. Il 25 Marzo si ritiene sia la data della fondazione di Venezia. Sorge la prima chiesa San Giacomo di Rivoalto. Tra queste isolette si forma il primo insediamento della citta’, che e’ governata da Consoli romani

452 d.C. Attila, re degli Unni, scende, per le Alpi Giulie, nella pianura aquileiese e quindi nella veneta terraferma: nuove immigrazioni nelle isole della laguna rette dai tribuni dei marittimi, in luogo dei consoli.

attila[1]

552 d.C. L’imperatore d’Oriente Giustiniano invia Narsete e chiede aiuto a Venezia, per aver soccorso di navi al fine di cacciare i Goti d’italia.

554 d.C. Narsete, vinti i Goti con l’aiuto delle navi venete, fa innalzare le chiese votive di San Teodoro e San Geminiano. Però l’Italia diventa una provincia greca, sottoposta al comando di un esarca o viceré, residente in Ravenna (il primo esarca fu lo stesso Narsete).

568 d.C. Siamo all’anno fatidico per le Venezie. I Longobardi di Alboino invadono l’Italia, non per fare una razzia – come Attila – ma questa volta per insediarsi sul territorio. Quello dei Veneti fu sconvolto da questo traumatico evento: nobili, proprietari e popolani abitanti nella zona costiera della regione si rifugiarono nei dintorni. Inizia ad essere popolata l’intera fascia più vicina alla costae alcune isole non molto lontane. Alcuni abitanti di Altino scelsero come rifugio la più vicina isola: l’isola di Torcello, poi subito dopo altri insediamenti compaiono nelle altre isole, che vanno a prendere il nome proprio dai sette rioni di Altino (i nomi delle sue sette porte). Cioè la già menzionata, Torcello, poi Burano, Murano, Giudecca, e infine Rivoalto (poi Rialto) e Olivolo. Su queste due ultime isole in capo a pochi decenni crearono quella che noi oggi conosciamo come VENEZIA. Inizialmente queste isole erano solo delle modeste appendici periferiche della terraferma, ma subito dopo – unendosi nel comune interesse difensivo – si trasformano in una autonoma entità “geopolitica”, caratterizzata da forme economiche, sociali e istituzionali molto tipiche; quelle che daranno vita in seguito alla Serenissima Repubblica di Venezia, inossidabile ad ogni altro evento europeo (non pochi) per oltre un millennio. Una forma di governo che non ha inventato né ha goduto (pur con tanti difetti) nessuna altra popolazione nel mondo.

697 d.C. Sebbene perdurasse in Italia il dominio longobardico, le isole venete continuarono a reggersi da sè sotto la supremazia bizantina, ed ai tribuni a tempo fu sostituito un Doge a vita per accentrare in uno solo l’autorità del governo e renderla più efficace. Primo Doge fu dunque Paoluccio Anafesto di Eraclea (tra l’odierna San Donà e la foce del Piave, cioè nel territorio del comune di Grisolero), che divenne allora la sede principale dello Stato, i confini del quale vennero stabiliti con Liutprando, re dei Longobardi. “Ai tempi dell’Imperatore Anastasio e di Liutprando re dei Longobardi, tutti i Venitici, riuniti con il Patriarca e i Vescovi, in General Consiglio determinarono che d’allora in poi fosse più onorevole essere governati da Dogi anziché da tribuni, e avendo a lungo trattato su chi fra loro innalzare a tale dignità, finalmente trovarono un uomo espertissimo e illustre, di nome Paulicio, che elessero console” . Da “Cronaca” del XI secolo scritta dal diacono Giovanni.

paoluccio[1]

717 d.C. Elezione del doge Marcello Tegalliono, pure di Eraclea, che provocò l’intervento del sommo pontefice per far cessare i dissidi politico-religiosi tra i patriarchi di Grado e di Aquileia.

726 d.C. Elezione del doge Orso Ipato, eracleano come i suoi predecessori, il quale si segnalò nella liberazione di Ravenna che i Longobardi avevano presa ai Greci.

732 d.C. Il Concilio di Laterano stabilisce che le due giurisdizioni di Grado e di Aquileia siano canonicamente separate, dichiarando suffraganei del patriarca gradense i vescovi dell’Istria e delle Verete Lagune (Caorle, Malamocco, Torcello; più tardi lesolo o Equilio, ora Lido Cavallino, e Olivolo o Castello), mentre quelli della veneta terraferma, fino al Mincio, dovevano dipendere dal prelato aquileiese.

737 d.C Discordie civili provocano la soppressione dell’autorità ducale, cui è sostituito un annuale Maestro dei militi.

742 d.C. Dopo il quinto Maestro dei militi si ristabilisce la ducea, che viene conferita all’eracleano (il quarto della serie e del medesimo luogo) Teodato o Deodato, figlio di Orso Ipato, terzo doge, che trasferisce a Malamocco la sua residenza.

755 d.C. Congiura di Galla Gaulo per impadronirsi del supremo potere, ch’egli riesce a conservare sino all’anno seguente.

756 d.C. Elezione del doge Domenico Monegario di Malamocco, cui vengono aggiunti due tribuni.

774 d.C. Istituzione del vescovato di Olivolo (Castello) .

810 d.C. Vittoria dei Veneziani contro Pipino, (figlio di Carlomagno, re dei Franchi), e trasferimento della sede ducale da Malamocco a Rialto, cioè nella nuova capitale che si continuò a chiamare Rialto (civitate Rivoalti) fino al secolo decimoquarto, mentre col nome di Venezia intendevasi tutto il territorio dello Stato .
Viene insignito del dogato Agnello o Angelo Partecipazio.

811 d.C. Si inizia la costruzione del Palazzo Ducale.

AVVENIMENTI STORICI E CRONACHE VENEZIANE

829 d.C. Bono da Malamocco e Rustico da Torcello portano a Venezia il corpo di San Marco, da Alessandria d’Egitto. Il corpo del Santo viene posto nella Chiesa di San Teodoro. Si decide la costruzione della Basilica di San Marco e la si inizia sotto il Dogado di Giovanni Partecipazio. San Marco e’ proclamato protettore della citta’

840 d.C. Teofilo imperatore di Grecia chiede aiuto ai Veneziani per combattere contro i Saraceni. I Veneziani sconfiggono i Saraceni a Sasego( Golfo del Quarnaro), viene firmato il Trattato (il documento più antico ch’esista) con Lotario I, imperatore d’Occidente, per la conferma quinquennale dei privilegi a favore dei Veneziani, che assicura, cioè l’integrità del loro territorio, ne determina i confini, ne garantisce il libero commercio di là dalle lagune, ecc.

864 d.C. Discordie civili e congiura contro il doge Pietro Tradonico,che viene trucidato al suo uscire dalla chiesa di San Zaccaria (13 settembre), si elegge Orso Partecipazio che combatte e vince i Narentani Slavi.

867 d.C. L’armata veneziana vince i Saraceni nelle acque di Taranto.

880 d.C. Sotto il Dogado di Pietro tribuno si inizia la costruzione del Campanile di San Marco

900 d.C. Invasione degli Ungheri e loro sconfitta in Albiola (sul lido di Pellestrina) il giorno di San Pietro: da questo il nome di San Pietro in Volta, cioè in fuga.
Guerra e vittoria contro Comacchio con il Doge Pietro Candiano

944 d.C. Ratto delle spose veneziane, per opera di pirati slavi od istriani, l’ultimo di gennaio 943 more veneto (cioè 944 stile comune, perchè l’anno dei Veneziani cominciava col mese di marzo), oppure, secondo altri, al tempo del doge Pietro Candiano II, ossia qualche anno prima; sono però liberate presso Caorle e trionfalmente ricondotte in patria: donde la festa delle Marie nel dì della Purificazione di M. V. (2 febbraio) e l’andata solenne del Doge alla chiesa di Santa Maria Formosa.

976 d.C. Il popolo insorge contro la tirannia di Pietro Candiano IV, dà fuoco al Palazzo ducale ed uccide sia il dispotico Doge, che il di lui unico figlio.

978 d.C. Il pio doge Pietro Orseolo I, dopo avere provveduto alla rifabbrica del Palazzo e della Chiesa ducale, ordina a Costantinopoli la famosa Pala d’oro (una delle meraviglie dell’insigne Basilica); ed eretto lo spedale dei poveri (demolito alla fine del secolo XVI per la costruzione delle Procuratie nuove) presso il campanile di San Marco. Il Doge parte segretamente da Venezia e si fa monaco, ritirandosi in un monastero nei Pirenei, dopo aver abdicato in favore di Vitale Candiano.

999 d.C. L’armata veneziana, sotto il comando del doge Pietro Orseolo II, parte nel giorno (18 maggio) dell’Ascensione per l’Istria e la Dalmazia marittima, si posta anche quest’ultima sotto la protezione della Repubblica, perché, molestata per terra dai confinanti Croati e per mare dagli Slavi di Narenta, non poteva aver aiuto dai Greci (allora in guerra coi Bulgari e con altre genti) che ne avevano l’alto dominio.

1000 d.C. In commemorazione del felice esito dell’impresa, capitanata dall’Orseolo, che assoggettava il litorale e le acque dalmato-istriane alla giurisdizione marittima dei Veneziani « per una estensione di 350 miglia» fu decretata l’annuale nel giorno medesimo dell’Ascensione, detta in seguito sposalizio del mare: mistica unione di Venezia con l’elemento cui essa doveva la propria grandezza.

1003 d.C. Una nuova armata, sotto il comando dello stesso Doge, vince i Saraceni (già padroni della Sicilia) a Bari, debolmente difesa dal greco presidio.

1032 d.C. Si stabilisce che i Dogi più non possano, per l’avvenire, associarsi colleghi al supremo potere, ma che siano invece assistiti da due consiglieri; il che fu l’inizio dell’istituzione del Consiglio minore o ducale, decretatasi dopo la morte di Vitale Michial Il (1156).

1085 d.C. L’imperatore greco Alessio Comneno, pur di avere l’efficace soccorso della Repubblica contro i Normanni, riconosce formalmente al Doge di Venezia il titolo di duca della Dalmazia: prodromo dell’assoluta indipendenza dei Veneziani dall’impero d’Oriente e della loro effettiva sovranità sulla Dalmazia marittima, che difatti si manifesta poco dopo in modo irrefragabile.

1086 d.C. Vittoria dell’armata veneta, tra Corfù e Butrintò, contro i Normanni.

1094 d.C. Ritrovato l’abitacolo del corpo di San Marco perso nell’incendio della Chiesa. Alessio Comneno nonima il Doge Duca della Croazia, e concede ai Veneziani facilitazione nei commerci e nelle insediazioni a Costantinopoli, in cambio di aiuto contro i Normanni

1099 d.C. I Veneziani partecipano alla prima Crociata (chiesta da Pietro L’Eremita, e sollecitata dal papa Urbano II) al seguito di Goffredo di Buglione.

1105 d.C. Terribile incendio in città. La Pala D’Oro giunge dall’Oriente e viene esposta al pubblico.

1118 d.C. Battaglia e vittoria di Zara contro gli Ungheri. 8 Dicembre il gelo ghiacciò completamente la laguna tanto che si poteva andare da un’isola all’altra a piedi o a caval

1125 d.C. Il doge Michiel conquista Rodi ed altre isole dell’Arcipelago, come pure la città di Modone, sulla costa della Morea, per rappresaglia contro il greco imperatore Calojanni (cioè Giovanni Il, il bello), che, ingelositosi della veneta potenza, aveva fatto lega con gli Ungheri onde invadessero la Dalmazia. Però il Michiel riuscì a ricuperare il maltolto.

1126 d.C. Guerra e vittoria contro i Gerci a Cefalonia

1143 d.C. Guerra contro i Padovani per il taglio del Brenta a Sant’Ilario di Gambarare

1144 d.C. Sconfitta dei Padovani

1145 d.C. Capodistria, Pola, ancora sotto l’alto dominio dell’impero romano-germanico, ed altre città dell’Istria prestano giuramento di fedeltà alla Repubblica, cioè si sottopongono a quella sua giurisdizione marittima che da tradizionale diventa fissa e fondata su patti scritti (E’ tra il 1267 e il 1331 che Venezia riesce, parte con la, forza, parte con la destrezza diplomatica ad ottenere veramente il dominio territoriale su lstria, tranne il marchesato patriarchino, la contea d’ Istria o di Pisino e Trieste).

1148 d.C. Vittoria dei Veneziani e a Corfu’ contro i Normanni (Ruggero II re delle due Sicilie)

1162 d.C. Vittoria del Doge contro Ulrico patriarca di Aquileia (che aveva invasa la città di Grado), il quale viene condotto prigioniero a Venezia coi suoi dodici canonici. E poi rilasciato sotto condizione di mandarvi ogni anno (per il giorno commemorativo della sua sconfitta) un toro, dodici porci e dodici pani (questi ultimi a raffigurare i castelli dei signori friulani): il che diede origine all’allegorica festa del Giovedì grasso.

1167 d.C. Adesione di Venezia alla Lega Lombarda (Giuramento di Pontida) contro Federico Barbarossa<

1171 d.C. Ripresa di Zara, ribellatasi l’anno prima. La città viene morfologicamente divisa in Sestieri: Cannaregio, Santa Croce, San Polo, Dorsoduro, San Marco e Castello.

1172 d.C. Tumulto popolare contro il Doge Vitale Michiel lI, che viene ucciso presso la chiesa di San Zaccaria.
Instituzione del Maggior Consiglio, (480 persone scelte tra le piu’ importanti famiglie Veneziane).
Per escludere il popolo dall’elezione del Principe, che prima avveniva in forma di plebiscito (collaudatione populi venetiarum), si stabilisce che questa dovesse farsi da undici elettori scelti dal Maggior Consiglio e che solo sia presentato alla moltitudine col motto: “questo è il vostro doge se vi piace”.
ll Doge Sebastiano Ziani fa allargare ed abbellire la piazza di San Marco, ch’era in gran parte un orto del monastero di San Zaccaria.

1173 d.C. Viene costruito il primo Ponte di Rialto (in legno) ad opera delL’architetto Nicolo’ Barattieri

1176 d.C. Battaglia di Legnano tra Federico Barbarossa e la Lega lombarda (compresa Venezia, per soccorso di navi) che riporta una grande vittoria (29 maggio).

1177 d.C. Venuta in Venezia del detto imperatore e del pontefice Alessandro III, capo della Lega, per concludere una tregua, che difatti sottoscrissero il 1°di agosto, preludio alla memoranda pace di Costanza, 25 giugno 1183, che lasciava libera ai Comuni l’elezione dei loro Consoli, rispettava le consuetudini e le franchigie che avevano ab antiquo, ecc., ma non assicurava quell’indipendenza di cui fruivano i Veneziani.

1178 d.C. Riforma del sistema di elezione ducale (v. all’anno 1172 e) per cui il Maggior Consiglio delega a quattro de’ suoi membri la nomina dei Quaranta elettori dei Doge.

1180 d.C. Il giorno dell’Ascensione si da’ inizio alla prima “Fiera della Sensa” che si tiene in piazza San Marco

1202 d.C. Formatasi la quarta Crociata, sotto il comando di Baldovino di Fiandra, Bonifacio di Monferrato ed altri, salpa da Venezia la grande armata capitanata dal doge Enrico Dandolo, che approfitta di questa spedizione per tornare in possesso della ribelle Zara e sottomettere Trieste al veneto dominio.

quattro[1]1204 d.C. Presa di Costantinopoli che, dalla greca signoria, passa invece sotto il dominio dei Latini e la sovranità del detto Baldovino di Fiandra II.
Il Doge di Venezia, per l’avvenuta spartizione che attribuisce alla Repubblica, come potenza essenzialmente marittima, le isole dell’Arcipelago ed i porti del caduto dominio, diventa (per semplice formula convenzionale) signore d’un quarto e mezzo (cioè di tre parti sopra otto) dell’impero di Romania, ossia dell’impero romano d’Oriente.

1205 d.C. Muore a Costantinopoli il doge Enrico Dandolo (il fondatore del predominio veneziano nel Mediterraneo, come lo era stato Pietro Orseolo II di quello sull’Adriatico), che viene sepolto nella chiesa, poi moschea, di Santa Sofia, dove si vede ancora una tavola marmorea con la logora iscrizione Henricus Dandolo, sebbene le ceneri per ordine di Maometto II, l’espugnatore di Costantinopoli (v. all’anno 1453), andassero disperse. (L’impero passò nuovamente in dominio del Greci, per opera di Michele l’ideologo, con l’aiuto dei Genovesi (1261), e quindi in potere dei Turchi (v. l’anno 1453). Si portano da Costantinopoli i 4 cavalli d’oro che verranno posti sulla Basilica di San Marco.

1214 d.C. Guerra tra i Padovani e i Veneziani per un fatto di Treviso, nello spettacolo Castello d’amore. Sembra che da qui derivi il detto veneziano “ai tempi di Marco Caco”

1232 d.C. Il doge Marco Gradenigo seda la ribellione di Candia, e visita dell’Imperatore Federico II

1243 d.C. Spedizione contro Zara (nuvamente ribellatasi per istigazione e quindi l’aiuto degli Ungheri) che, dopo un mese d’assedio, torna in potere della Repubblica.

1244 d.C. Pace con Bela IV, re d’Ungheria, che formalmente rinuncia ad ogni pretensione sul territorio zaratino.

1219 d.C. Elezione del doge Marino Morosini, il primo ad essere eletto dai Quarantuno invece che dai Quaranta (v. l’anno 1178) numero stabilito allora (e rimasto fino all’ultimo) per evitare il caso della parità dei voti avvenuto nell’elezione del suo predecessore, per cui erasi rimessa la decisione alla sorte.

1249 d.C. Elezione del doge Marino Morosini il primo a essere eletto dal Consiglio dei Quarantuno (e non piu’ dei Quaranta).

1251 d.C. Fondazione della Citta’di Canea in Candia da parte dei veneziani. Nasce Marco Polo.

1259 d.C. a San Giovanni d’Acri prima vittoria dei Veneziani sui Genovesi.

1268 d.C. Elezione del doge Lorenzo Tiepolo con un nuovo complicatissimo sistema, che dura, con lievi modifiche, fino alla fine della Repubblica.
Elezione del primo Cancellier Grande di Venezia: Corrado Ducato.

1278 d.C. Terribile terremoto in citt

1282 d.C. Si conia il primo Ducato d’oro nella zecca veneziana (lo zecchino).

1297 d.C. Serrata del Gran Consiglio. Però il nome di serrata non devesi applicare soltanto alla legge dell’ultimo di febbraio 1296 more veneto, ma anche al complesso delle restrizioni successivamente introdotte.

1298 d.C. sconfitta di Curzola contro i Genovesi tra i Veneziani prigionieri Marco Polo

1300 d.C. Congiura di Marin Bocconio per abbattere la Repubblica onde il popolo potesse riacquistare i diritti perduti con le ultime leggi, che lo escludevano dal governo della cosa pubblica.

1308 d.C. Guerra tra il papa Clemente V e i Veneziani per il possesso di Ferrara, loro ceduta per danaro da Fresco d’Este, figlio naturale ed erede di Azzo Vili in odio al marchese Francesco, fratello di quest’ultimo.

1309 d.C. Scomunica del pontefice Clemente V poi revocata in seguito alla conclusa tregua, contro la Repubblica per la guerra di Ferrara.

1310 d.C. Baiamonte Tiepolo, mosso anche da particolari motivi di odio contro il doge Pietro Gradenigo, ordisce una congiura per abbattere il Governo; ma l’insano tentativo fallisce per la pronta ed energica repressione.
Si istituisce il Consiglio dei Dieci per impedire e immediatamente reprimere nuovi attentati contro la sicurezza dello Stato.

1315 d.C. Baiamonte Tiepolo viene espulso da Treviso dove si era rifugiato. 10 Gennaio la prima Regata

1316 d.C. Curiosità: il parto di una leonessa nel cortile di Palazzo Ducale.

1318 d.C. Incendio nel Fontego dei Tedeschi.

1323 d.C. Morte di Marco Polo.

1336 d.C. Guerra contro il Signore di Verona Mastino della Scala.

1348 d.C. Terremoto notevolissimo in città, pare si secchi il Canal Grande.

1350 d.C. Guerra tra Genova e Venezia.

1353 d.C. Vittoria (nelle acque sarde) di Nicolò Pisani sui Genovesi comandati da Antonio Grimaldi.

1354 d.C. Battaglia perduta dal detto Nicolò Pisani contro l’ammiraglio genovese Paganino D’Oria (nelle acque di Morea).

1355 d.C. Congiura e decapitazione de Doge Marin Falier.
Pace tra Genova e Venezia.

1362 d.C. Donazione da parte del Petrarca alla Repubblica dei suoi libri, il poeta viene a Venezia. Da questa donazione si inizia la formazione della Biblioteca Marciana.

1372 d.C. Guerra contro il Carrarese, signore di Padova, i Genovesi e gli Ungheri (suoi alleati).

1373 d.C. Pace coi Padovani giurata, dinanzi alla Serenissima Signoria, da Francesco Novello da Carrara.

1377 d.C. Nuova guerra contro i Genovesi, ai quali si uniscono poi i Padovani.

1380 d.C. Vittoria a Brondolo e recupero di Chioggia presa dai Genovesi. Morte di Vittor Pisani capitano del popolo.

1381 d.C. Pace tra Venezia, Genova e i suoi alleati. La prima dovette però rinunciare al possesso di Trieste in favore dei patriarca d’Aquileia, salvo il solito tributo di vino e di olio, che dovevano alla signora dell’Adriatico per la sua giurisdizione marittima. (Poco dopo, cioè nel 1382, Trieste divenne dominio austriaco, non si sa bene se per libera dedizione o per usurpazione di Ugone di Duino, parente dei duchi d’Austria e capitano di Trieste).

1388 d.C. Lega di Venezia con il duca di Milano Giovanni Galeazzo Visconti, contro il signore di Padova Francesco da Carrara.

1404 d.C. Acquisto del Vicentino fatto dalla Repubblica (onde non cadesse in dominio del Carrarese) per tacito consenso della duchessa Caterina Visconti, impotente a difendere il vasto dominio del pupillo Filippo.

1405 d.C. Conquista di Verona (inutilmente difesa da lacopo da Carrara, figlio del signore di Padova) e del suo teritorio, non che del Polesine di Rovigo, ceduto ai Veneziani (per timore del peggio) da Nicolò d’Este marchese di Ferrara, genero del Carrarese.
Assedio e dedizione di Padova.

1416 d.C. Vittoria di Gallipoli contro i Turchi

1418 d.C. Muore Carlo Zeno, un fulmine colpisce e incendia il Campanile di San Marco.

1420 d.C. Dopo che la città di Aquileia s’arrese ai Veneziani, quel patriarca è costretto a cedere alla Repubblica quasi tutto il Friuli ed anche quella parte dell’ Istria ch’era ancora soggetta al di lui dominio.

1423 d.C. Salonicco si sottomette spontaneamente alla Repubblica per non cadere in potere dei Turchi (il che avviene, purtroppo, sett’anni dopo). Così la signoria di San Marco, che da principio comprendeva il solo dogado (da Grado a Capodargine o Cavarzere), era inoltre padrona della Venezia terrestre, dell’Istria, meno Trieste e Pisino, della Dalmazia e dell’Albania Veneta, di Lepanto. Patrasso, Argo, Nauplia e Corinto in Morea, di Corfù, Candia, Negroponte ed altre isole dell’Arcipelago greco.

1425 d.C. Lega dei Veneziani coi Fiorentini e col duca di Savoia (Amedeo VIII) contro Filippo Maria Visconti, duca di Milano

1426 d.C. Elezione del Consiglio dei Cento Savi per la guerra contro Filippo Maria Visconti. Francesco Carmagnola viene eletto generale dell’esercito veneziano. Prima vittoria dell’esercito a Vignola.

1427 d.C. I Veneziani, capitanati dal Carmagnola, sconfiggono a Maclodio, nel Bresciano, l’esercito del Visconti.

1428 d.C. Col trattato di pace del 19 aprile il duca di Milano cede alla signoria di Venezia il Bresciano ed il Bergamasco.

1430 d.C. Seconda guerra contro il Visconti.

1432 d.C. Processo e condanna (alla decapitazione) del Carmagnola, comandante supremo dell’esercito veneziano, per accusa di tradimento.

1434 d.C. Gattamelata viene eletto nuovo generale dei veneziani, riprende la guerra contro il Visconti a lui si unisce il marchese di Mantova

1441 d.C. Pace con Milano, Venezia acquista Peschiera, Valeggio, Asola, Lonato, Ravenna e Cervia.

1450 d.C. Francesco Sforza succede a Filippo Visconti, nuova guerra contro Venezia che si allea a Siena, a Giovanni di Monferrato, e ad Alfonso d’Aragona contro Milano.

1451 d.C. Istituzione del patriarcato di Venezia per cui si riuniscono in una sola diocesi la sede patriarcale di Grado e la sede vescovile di Castello.

1453 d.C. I Turchi s’impadroniscono di Costantinopoli (29 maggio) nonostante l’eroica difesa dei Greci, al comando dell’ imperatore Costantino Paleologo e della colonia latina: donde un grave pregiudizio agli interessi dei Veneziani, presto costretti a sostenere lunghe lotte in difesa dei loro possessi d’Oriente e conseguentemente del loro primato marittimo e commerciale.

1456 d.C. lacopo Foscari, figlio del doge Francesco, dopo essere stato due volte condannato, l’una alla relegazione in Morea per aver violata la legge che proibiva al Doge e ai suoi congiunti l’accettazione di doni, l’altra alla pena del bando nell’ isola di Candia come sospetto autore dell’uccisione del decemviro Almarò Donato, viene condotto a Venezia e processato per aver tenuto segreti maneggi coi nemici della Repubblica, cioè col duca di Milano e col sultano dei Turchi, onde lo aiutassero a fuggire dal suo doloroso confino. Sua condanna ad un anno di carcere e al di lui rinvio alla Canea.

1457 d.C. Deposizione dello sventurato doge Francesco Foscari divenuto inetto alle cose di governo non tanto per i suoi ottantaquattr’anni e gli acciacchi del corpo, come per i patemi d’animo che ne logoravano la vita, specialmente non appena seppe che la revoca dal bando del figlio lacopo, decretata dal Senato, giunse alla Canea, quando egli era già morto.

1465 d.C. Prima Armata veneziana contro i Turchi, guerra di Rodi.

1466 d.C. Sconfitta contro i Turchi Patrasso.

1470 d.C. I Turchi s’impadroniscono dell’isola di Negroponte, la maggiore dell’Arcipelago greco, che i Veneziani possedevano da 265 anni, cioè dal tempo di Enrico Dandolo, il conquistatore di Costantinopoli (v. all’anno 1204 b).

1475 d.C. Morte del generale Colleoni suo lascito di centomila zecchini d’oro alla città per la guerra contro I Turchi.

1477 d.C. Nasce nel Cadore Tiziano Vecelio che sarà un nostro grandissimo pittore, e a Firenze Jacopo Tatti (il Sansovino) che sarà famosissimo scultore e architetto a Venezia. I Turchi in Friuli, guerra dell’Isonzo.

1478 d.C. Terribile pestilenza a Venezia, sconfitta di Scutari contro i Turchi.

1479 d.C. Pace con Maometto II che si prende Scutari e Lemno, e restituisce alla Repubblica i possedimenti che aveva prima della guerra d’Albania.

1481 d.C. Guerra contro Ferrara.

1483 d.C. Scomunica del papa Sisto IV contro la Serenissima per la guerra di Ferrara.

1488 d.C. Difesa dei Veneziani di Cipro contro I Turchi. Morte a Venezia dello scultore e orafo Andrea Verrocchio.

1489 d.C. Caterina Cornaro, vedova del re Giovanni di Lusignano, cede o piuttosto è costretta a cedere alla sua patria il dominio di Cipro.

1495 d.C. Battaglia di Fornovo, o dei Taro, nel Parmigiano, tra i Francesi ed i detti Confederati, e la vittoria di questi ultimi (6 luglio).
Antonio Grimani, capitano generale dell’armata veneziana, prende ai Francesi le città marittime della Puglia.

1499 d.C. Venezia fa un trattato di pace con Luigi XII re di Francia, contro la volontà di Ludovico Il Moro, che per vendicarsi provoca i turchi contro Venezia Sconfitta del Moro contro i Francesi. Sconfitta navale dei Veneziani contro i Turchi a Morea.

1500 d.C. Guerra contro i Turchi, Venezia perde Modone, Lepanto e Corone.

1506 d.C. L’imperatore Massimiliano si prepara a scendere nuovamente in Italia per cacciare i Francesi dallo Stato di Milano, ma la Repubblica di Venezia delibera di opporsi all’invasione del proprio territorio.

1508 d.C. Vittoria in Cadore contro i Tedeschi.
I Veneziani, impadronitisi di Cormons e di Gorizia, muovono all’assedio di Trieste (v. all’anno 1381 c).
Lega di Cambrai, promossa dal papa Giulio II, fra Massimiliano, Luigi XlI, il re di Napoli, ecc. a fine di spartire, fra essi, i domini della Serenissima e di ridurla possibilmente entro i confini delle sue lagune.

1509 d.C. Giulio Il fulmina l’Interdetto contro la Repubblica.
Battaglia d’Agnadello o di Vailate, nella Ghiara (Gera) d’Adda, perduta dai Veneziani e vinta dai Francesi (14 magg.)
La Repubblica perde quasi tutto lo Stato di terraferma.
Massimiliano pone l’assedio a Padova con un esercito di circa ventimila combattenti.
Il provveditore veneziano Andrea Dritti (futuro doge) difende valorosamente l’assediata Padova e costringe infine Massimiliano a battere in ritirata (29 settembre) .
I Veneziani rioccupano senza indugio anche Vicenza, Monselice ed il Polesine di Rovigo.

1510 d.C. Giulio II, venuto in discordia col re di Francia, revoca la scomunica inflitta alla signoria di Venezia.

1511 d.C. Alleanza offensiva e difensiva (detta la Santa Lega) tra il Papa, il re di Spagna e la Repubblica per cacciare i Francesi dall’Italia.

1515 d.C. Ricupero di Bergamo e, nell’anno seguente, anche di Brescia.

1516 d.C. Trattato di Noyon e di Bruxelles tra Francia e Germania, per cui Venezia, ricuperato anche il territorio veronese, torna al possesso di tutti i suoi domini (meno Cremona, alcune città di Romagna, Rovereto e Riva di Trento).

1526 d.C. Seconda Lega Santa (v. all’anno 1511) tra il papa Clemente VII, il re di Francia, Firenze, Milano e Venezia contro Carlo V .

1529 d.C. Pace conclusa a Bologna col detto imperatore, per cui Venezia gli cede quei porti della Puglia ch’erano stati presi ai Francesi (v. all’anno 1495 c).

1538 d.C. Guerra contro i Turchi.

1539 d.C. Istituzione dei primi Inquisitori sopra i secreti, in seguito si chiameranno Inquisitori di stato

1540 d.C. Trattato di pace con Solimano Il, onde la Repubblica è costretta a cedere, oltre che le terre ed isole già da lui occupate, anche Napoli di Romania e Napoli di Malvasia (Morea), stante il tradimento dei due segretari veneziani, qui appresso nominati .

1542 d.C. Nicolò Cavazza, segretario del Senato, viene impiccato tra le due colonne della Piazzetta, mentre Costantino Cavazza, segretario del Consiglio dei X, è bandito dalla patria per avere svelati i segreti della Repubblica all’ambasciatore francese in Venezia, che li comunicò al proprio Governo, onde informasse la Sublime Porta circa la commissione data dai Decemviri all’ambasciatore Alvise Badoer di concederle, all’ultimo, quelle due piazze forti della Morea se ciò fosse una condizione sine qua non per la pace.

1570 d.C. Preparazioni guerresche dei Turchi per la conquista di Cipro (v. all’anno 1489).
Preliminari della lega (ratificata poi col trattato 20 maggio 1571) tra Pio V, il re di Spagna e la Repubblica di Venezia contro il sultano Selim lI.
Perdita di Nicosia, capitale dell’isola di Cipro.
Anche Famagosta, valorosamente difesa dal capitano Marcantonio Bragadin è costretta infine ad arrendersi; ma, nonostante i patti convenuti, per cui dovevano essere salve le vite, egli viene barbaramente sottoposto prima ad orrenda tortura, poi scorticato vivo.

brag3[1]1571 d.C. L’armata della santa lega (ispano-veneto-genovese ecc.), comandata da don Giovanni d’Austria, riporta il 7 ottobre, contro i Turchi, la celebre vittoria di Lepanto, alla quale contribuì efficacemente Sebastiano Venier, capitano generale dei Veneziani.

1572 d.C. Don Giovanni d’Austria, invece che riprendere l’offensiva contro i Turchi, abbandona l’impresa col pretesto dell’intempestiva stagione e costringe per tal modo l’armata veneziana a ridursi a Corfù.

1573 d.C. La Repubblica, abbandonata dai suoi alleati (sopratutto da Filippo Il, re di Spagna) è costretta a concludere la pace col Sultano ed a rinunciare, in di lui favore, i propri diritti sul reame di Cipro.

1577 d.C. Il doge Alvise Mocenigo e il Patriarca Trevisan, pongono la prima pietra della chiesa votiva del Redentore (progetto del Palladio) per chiedere a Cristo Redentore la fine della pestilenza. Sebastiano Venier viene eletto doge.

1575 d.C. Grave pestilenza a Venezia. Durò quasi due anni, si ebbero in città e nei lazzaretti circa cinquantamila morti. Al termine fu deliberata il 4 settembre 1576 la costruzione del tempio votivo del Redentore, opera insigne del celebre Palladio.

1579 d.C. Nozze di Bianca Cappello, dichiarata figlia della Repubblica con Francesco de’ Medici, granduca di Toscana.

1606 d.C. A cagione dei dissensi tra la Serenissima e la Santa Sede (per nomine di giuspatranato, fondazione di nuove chiese, donazioni al clero, ecc.), il Senato veneziano instituisce in via permanente l’ufficio di teologo consultore: il primo eletto è fra Paolo Sarpi.
Paolo V pubblica il breve dell’anatema contro la Repubblica.

1607 d.C. II Sant’Officio chiama in giudizio a Roma, ma invano, fra Paolo Sarpi che, colpevole di scritti contrari alle ragioni del Pontefice, cerca difendere i diritti dello Stato.
Per la mediazione dei maggiori principi d’Europa, e specialmente di Enrico IV re di Francia, finiscono le controversie tra Roma e Venezia, sicchè vengono prima levate le censure ecclesiastiche, poi ritirate le proteste della Repubblica.
Fra Paolo Sarpi viene ferito di pugnale, il 5 d’ottobre, giù dal ponte di Santa Fosca. Gli assassini si salvano con la fuga riparando nello Stato pontificio.

1609 d.C. Nuova trama, fortunatamente sventata, contro la vita del Sarpi e scoperta dei colpevoli.

1611 d.C. Litigio con la Santa Sede (poi terminato in favore della Repubblica) per la questione di Ceneda, il cui vescovo, reputandosi feudatario della Chiesa, intendeva emanciparsi dalla veneta sovranità.

1615 d.C. Dissensi con l’Austria per le gesta corsaresche degli Uscocchi, da essa protetti.

1617 d.C. Pace tra l’arciduca d’Austria e la Repubblica di Venezia, per cui Uscocchi, allontanati dalla Croazia marittima ed internati specialmente a Karlstadt, come nucleo dei Confinari Croati, sono finalmente ridotti nell’impossibilità di nuocere alla sicurezza del Golfo.

1618 d.C. Congiura degli Spagnuoli (diretta, cioè, dal vicerè spagnolo di Napoli, dal governatore spagnolo di Milano e soprattutto dal marchese di Bedmar, ambasciatore spagnolo presso la Repubblica) contro Venezia per assoggettarla alla supremazia del re cattolico (Filippo III), padrone delle Due Sicilie e del Milanese.
Cattura e condanna in Venezia di tre cospiratori francesi, che dovevano preparare l’esecuzione dei reo disegno (incendio dell’Arsenale, assalto al Maggior Consiglio ed uccisione de’ suoi membri, saccheggio della Zecca, ecc.) concepito dai detti Spagnoli.

1622 d.C. II senatore Antonio Foscarini, calunniosamente accusato di avere tradita la patria con lo svelarne i segreti politici ai rappresentanti dei governi stranieri, viene sottoposto a processo e giustiziato.

1623 d.C. Si riconosce solennemente e si dichiara con atto pubblico l’innocenza dei detto Foscarini, i cui calunniatori vengono puniti con l’estremo supplizio.

1623 d.C. Morte di fra Paolo Sarpi, teologo consultore della Repubblica.

1630 d.C. Terribile pestilenza in Venezia, che dura sedici mesi e vi uccide 46.490 persone nella città e lazzaretti ) e 93.661, comprese Murano, Malamocco e Chioggia.

1631 d.C. In adempimento ad un voto solenne per la liberazione di detta pestilenza, si costruisce il tempio, maestoso ma inelegante, di Santa Maria della Salute (opera di Baldassare Longhena) (il 4 settembre 1576 era già stata per una simile epidemia, che aveva fatto anche allora a Venezia 50.000 morti, costruita la chiesa votiva del Redentore ad opera del Palladio).

1640 d.C. Il pontefice Urbano VIII (Maffeo Rarberini) fa occupare il ducato di Castro (ambito dai Barberini) in odio a Odoardo Farnese, duca di Parma.

1642 d.C. Venezia, Modena e Toscana fanno lega segreta per sostenere il duca di Parma.

643 d.C. I detti Stati della lega rompono il silenzio sui loro intendimenti e, con formale trattato, pattuiscono di adoperarsi con l’arme per la reintegrazione del Farnese nel ducato di Castro, occupato dai papalini.

1644 d.C. Pace tra i Collegati ed Urbano VIII, il quale si obbliga di restituire al Farnese il ducato di Castro.
Guerra di Candia, che dura venticinque anni (v. sino all’anno 1669) e cagiona la perdita di questo regno che i Veneziani possedevano dal 1204.

1646 d.C. Per soccorrere l’erario, stremato dalle spese di guerra, si approva (17 luglio) l’ammissione al Maggior Consiglio, cioè al patriziato veneziano, di famiglie cittadinesche, mediante l’esborso di centomila ducati, di cui sessantamila in dono ed il resto a prestito. Per tal modo vengono inscritte interpolatamente nel Libro d’oro settantasette nuove famiglie.

1651 d.C. Battaglia navale tra Veneziani e Turchi nelle acque di Paros (Arcipelago) con la vittoria dei primi per merito specialmente del capitano generale Luigi Mocenigo e dei comandanti di galea Tommaso e Lazzaro Mocenigo (10 luglio).

1656 d.C. Battaglia navale (ai Dardanelli) dell’armata veneziana sotto il comando dei prode capitano generale Loronzo Marcello, che perisce nel fervore della mischia, mentre rimane ferito all’occhio il pur valoroso Lazzaro Mocenigo (v. all’anno 1651), che, ciò nonostante, continua a combattere fino alla completa distruzione dell’armata nemica (26 giugno).

1657 d.C. Seconda battaglia ai Dardanelli, ove il capitano generale Lazzaro Mocenigo (v. sopra) tenta distruggere la nuova armata dei Turchi; se non che la caduta di un proiettile nella polveriera della sua galea, fa saltare in aria la capitana e sospendere il combattimento.

1669 d.C. Arrivo in Candia di rinforzi francesi (promessi da Luigi XIV all’amb. ven. Giovanni Morosini), che, pochi giorni dopo, fanno un’imprudente sortita (25 giugno), la quale cagiona loro gravissime perdite e sarebbe riuscita ancor più disastrosa, per essi, senza il pronto soccorso del capitano generale Francesco Morosini.
Il 21 agosto i Francesi seguiti dalle galere pontificie, dai Tedeschi e dai Maltesi, abbandonano Candia (nonostante le preghiere dei difensori e dei cittadini perchè vi rimanessero) alle sole forze dei Veneziani, già ridotte allo stremo.
Il Consiglio di guerra delibera che, per l’impossibilità di resistere ulteriormente, la città si debba arrendere ad onorevoli patti.
Il 6 di settembre avviene la resa generale dell’ Isola così che di tutto il dominio cretense, posseduto da quasi cinque secoli, non rimane alla Repubblica che la piccola isola di Garabusa, Suda e Spinalonga (sulla costa, nord-ovest l’una, nord-est l’altra, di Candia) con le isolette e scogli adiacenti. A così misero compenso aggiungasi però quello della città di Clissa in Dalmazia e di tutto ciò che i Veneziani avevano conquistato ai confini della Bosnia.
La caduta di Candia, dopo una titanica lotta di ben venticinque anni (v. all’anno 1644 b e segg.) viene notificata alle Corti straniere dalla signoria di Venezia, che dichiara formalmente com’essa fosse costretta alla cessione di quell’isola per l’abbandono delle forze ausiliarie (francesi, pontificie, maltesi e tedesche).

1683 d.C. Lega dell’imperatore di Germania (Leopoldo I, della casa d’Austria) con l’eroico re di Polonia (Giovanni Sobieski) e la Repubblica di Venezia contro i Turchi, che vengono costretti, con il suo valore, ad abbandonare l’assedio di Vienna.

1685 d.C. Vittoria del capitano generale Francesco Morosini e sue conquiste in Morea, continuate l’anno seguente.

1687 d.C. Il detto Morosini riesce ad impadronirsi di quasi tutto il resto della Morea, così che viene chiamato il Peloponnesiaco, ossia il conquistatore della Morea (anticamente Peloponneso)
Presa di Atene (allora pure in potere dei Turchi), donde il vittorioso Morosini manda a Venezia i quattro leoni che ornano l’ingresso dell’Arsenale.

1688 d.C. Elezione a Doge del Morosini che, per volere del Senato, rimane al comando supremo dell’armata.

1689 d.C. Il Doge è costretto, per improvvisa malattia, a lasciare l’assedio di Napoli di Malvasia, unica fortezza della Morea, in potere dei Turchi; lo sostituisce il provveditore Girolamo Cornaro.

1690 d.C. Arrivo trionfale in Venezia del doge Francesco Morosini.

1692 d.C. Il capitano generale Domenico Mocenigo, sostituito al defunto Cornaro (v. all’anno 1689) assedia La Canea, nell’isola di Candia; ma poi se ne parte sconsideratamente per timore che i Turchi invadano la Morea: sicchè viene rimosso, per incapacità, dal comando supremo dell’armata.

1693 d.C. Il Senato rielegge a capitano generale il doge Francesco Morosini (v. all’anno 1688).
Il detto Morosini s’imbarca solennemente a Venezia per raggiungere l’armata, che a grado a grado conquista Salamina, Idra ed altre isole dell’Arcipelago.

1694 d.C. Muore in Morea, di malattia, il glorioso doge Francesco Morosini, la cui salma viene trasportata in patria, dov’è accolta con degni onori e tumulata nella chiesa di San Stefano.

1699 d.C. Trattato di Carlowitz, in Slavonia, per cui la Turchia cede all’Austria la Transilvania, alla Polonia la Podolia, alla Russia la signoria di Azof, alla Repubblica di Venezia il regno di Morea, l’isola di Egina (nel golfo di Atene) e quella di Santa Maura (tra Corfù e Cefalonia), Knin, Sign (Sing), Ciclut, Castelnuovo e Risano in Dalmazia.

1714 d.C. Il sultano (Achmed III), bramoso di ricuperare la Morea, rompe la pace con la Repubblica, provocando quest’ultima con l’arresto del bailo od ambasciatore Andrea Memmo (poi rilasciato) e con l’accusa d’aver essa occupata per sorpresa la Morea e contribuito alla conclusione dell’insidiosa pace di Carlowitz.

1715 d.C. Tutta la Morea cade in potere dei Turchi, come pure Suda e Spinalonga (v. all’anno 1669), nell’isola di Candia, e Ceriso, una delle sette Isole lonie, possedute dai Veneziani.

1716 d.C. Lega della Repubblica con l’imperatore di Germania (Carlo VI, figlio di Leopoldo I) contro i Turchi, che muovono all’assedio di Corfù, ma senz’alcun risultato perché valorosamente difesa dal capitano generale Andrea Pisani, da Antonio Loredan provveditore generale delle Isole (Ionio) ecc.

1717 d.C. Battaglia di Pagania o Passarà, nelle acque di Morea vinta dal detto capitano Andrea Pisani.

1718 d.C. Congresso nella piccola città serba di Passarowitz per la pace tra i confederati (cioè l’imperatore di Germania e la Repubblica di Venezia) e la Turchia.
Conclusione della detta pace di Passarowitz per cui l’imperatore Carlo VI acquista la Serbia ed il banato di Temesvar (confinante con l’Ungheria), mentre i Veneziani perdono il regno di Morea per il magro compenso di Cerigo (v. all’anno 1715), di Butrintò, Prevesa e Vonizza nell’Albania e di Imoski, Sternizza, ecc. in Dalmazia.

1765 d.C. Ai trattati commerciali con Algeri e Tunisi (1763) seguono quelli con Tripoli (1764) e col Marocco (1765).

1766 d.C. Giacomo Nani, inviato a Tripoli con un’armatella, costringe il bey a ratificare il detto trattato del 1764.

1784 d.C. Spedizione di Tunisi, sotto il comando di Angelo Emo, in seguito a dichiarazione di guerra contro il bey Hamoudah, che pretendeva il risarcimento dei danni sofferti da negozianti tunisini che avevano le loro merci in un bastimento veneziano mandato a picco dai Maltesi.

1786 d.C. II detto Angelo Emo bombarda la città di Sfax con le batterie galleggianti da esso ideate; e, dopo altre operazioni guerresche, felicemente riuscite, costringe il bey a sottoscrivere un trattato che assicura i mari dalle piraterie dei Barbereschi.

1788 d.C. L’ambasciatore veneziano a Parigi (Antonio Cappello) prenannuncia vicini rivolgimenti politici in Francia e conseguenti effetti in rapporto alla politica estera, per cui esorta la Repubblica a provvedere per tempo alla propria sicurezza.

1796 d.C. In seguito alla Rivoluzione, scoppiata a Parigi nel 1789, l’Assemblea legislativa, sostituita alla Costituente (Assemblea nazionale), costringe il re Luigi XVI a dichiarare la guerra all’Austria, che, stimolata dagli altri potentati, aveva inviato alla Francia il ristabilimento della regia autorità. Così quando il Bonaparte scese in Italia per combattere gli Austriaci, egli colse il pretesto che la Serenissima aveva permesso il soggiorno a Verona del conte di Lilla (fratello del re, ghigliottinato il 21 gennaio 1793 per voto della Convenzione Nazionale sostituita alla legislativa) per entrare liberamente nel territorio della Repubblica di San Marco, stante la politica di neutralità disarmata adottatasi contro il saggio parere di Francesco Pesaro, procuratore di San Marco e membro dell’eccellentissimo Collegio (specie di Consiglio dei ministri), usurpante al Senato la direzione della politica estera.
Per le rimostranze del Direttorio, ossia del Consiglio governativo di Francia (composto di cinque membri), il Senato veneziano costringe il detto conte di Lilla ad allontanarsi da Verona; ma i Francesi, col pretesto del passaggio accordato agli Austriaci, dalla parte di Peschiera, invadono quest’ultima fortezza, sprovvista quasi di munizioni e di presidio, ed occupano anche Verona pur debolmente guarnita di soldati Schiavoni del Reggimento Medin di cannoni.
Tardi provvedimenti guerreschi del Senato, tra i quali la nomina di Giacomo Nani (v. all’anno 1766), autore d’un mirabile piano di difesa dell’estuario, a Provveditore delle Lagune e Lidi (decreto 2 giugno).

1797 d.C. I Francesi, già padroni della Lombardia austriaca, avanzano al di qua dall’Adda per occupare Bergamo e Brescia, debolmente presidiate dalle milizie veneziane e vi riescono facilmente anche per la complicità di congiurati indigeni.
Il secondo giorno di Pasqua (17 aprile) scoppia a Verona una terribile sollevazione contro i Francesi, che prese appunto il nome di Pasque veronesi, ma che fu brutalmente repressa con l’arrivo delle loro truppe di rinforzo.
II capitano Laugier, comandante il vascello francese Libérateur d’Italie tenta, malgrado le intimazioni a lui fatte, di entrare nel porto dei Lido, ma subito intercettato dal fuoco dei cannoni del forte di Sant’Andrea, muoiono cinque membri dell’equipaggio, tra cui lo stesso capitano, otto restano feriti e trentanove rimangono prigionieri (20 aprile). Per questo motivo il rappresentante francese in Venezia chiede al Senato l’arresto del comandante del Lido (Domenico Pizzamano), non che la restituzione della nave e dei prigionieri.
I Francesi, impadronitisi di Vicenza e di Padova, s’avvicinano a Venezia per la via di Mestre.
La sera del 30 aprile il doge Lodovico Manin espone in Pien Collegio, la gravità della situazione e siccome si udivano, di tratto in tratto, qualche colpo di cannone tirato dai Francesi sul margine della Laguna (v. sopra), egli esclama tutto tremante: “Sta note no semo sicuri né anche nel nostro letto”.

ludo[1]

ll corso Bonaparte pubblica il 1° maggio, da Palmanova, il Manifesto di guerra contro la Repubblica di Venezia, accusandola d’avere promossa l’insurrezione di Verona e di aver mandata a picco la nave Libérateur d’Italie, ecc.
Per placare l’ira, più o meno simulata dei Bonaparte, si delibera l’arresto dei Pizzamano (v. 1797c), il pagamento di un’indennità, ecc. Ma con tutto ciò i Francesi, che occupano già la torre di San Giuliano presso Malghera (dalla parte di terraferma) e la borgata di Brondolo (dalla parte del mare), minacciano di penetrare in Venezia.
Ultimi ed inefficaci tentativi per salvare la Dominante, stante l’insufficienza dei mezzi, la fiacchezza dei governanti e le interne macchinazioni promosse dai Francesi.
II Maggior Consiglio delibera il 12 maggio di accogliere le proposte del Bonaparte circa il cambiamento nella costituzione aristocratica della Repubblica, per cui viene istituito un Provvisorio rappresentativo governo.

L’OCCUPAZIONE

napo1[1]1798 d.C. Trattato di Campoformio, Venezia passa sotto il dominio Austriaco. I Francesi rubano i 4 cavalli della Basilica di San Marco e altre opere d’arte. Per merito dell’Austria i cavalli saranno restituiti alla città.

1798 d.C. Ingresso delle truppe Austriache in città, (prima occupazione Austriaca).

1802 d.C. Muore Lodovico Manin Ultimo doge di Venezia.

1804 d.C. Nasce Daniel Manin.

1806 I d.C. Francesi rientrano in Venezia, (seconda occupazione francese). Durante questo periodo la ex Repubblica venne spogliata sistematicamente di tutti i bene trasportabili; pergamene, libri antichi, codici, opere d’arte, circa 25.000 sono solo i quadri rubati dalle loro sedi naturali, molti edifici, quali chiese e conventi furono distrutti o ridotti in caserme e ospedali.

napo2[1]

1814 d.C. Venezia ritorna all’Austria (seconda occupazione Austriaca).

1848 d.C. Governo provvisorio con a capo Daniel Manin e rivoltata contro gli Austriaci.

1849 d.C. Assedio e resa di Venezia ed esilio di Manin, Pepe, e Tommaseo.

1866 d.C. Il 20 Giugno l’italia dichiara guerra all’Austria, già impegnata militarmente con la Prussia. Il 24 Giugno le forze italiane sono sbaragliate a terra dagli austro-veneti. 20 Luglio, disfatta della marina italiana ad opera della marina austro-veneta presso Lissa. 13 Ottobre Pace di Vienna. 19 Ottobre entrata delle truppe Italiane in Venezia. Venezia e’ occupata. 27 Ottobre plebiscito-farsa. Il 7 Novembre Vittorio Emanuele II entra in Venezia. La città entra a far parte del Regno D’Italia.