20 Agosto

Fatti, avvenimenti e curiosità accaduti il giorno 20 agosto nella Serenissima Repubblica.

Divorzi, Madonna della Navicella, San Giorgio Martire, Religione, Egina, Chioggia

Fonte Gigio Zanon

Viene legiferato che prima di eleggere un'Ambasciata si devono reperire i fondi necessari al suo mantenimento.
Viene imposto ai notai di non modificare i testamenti, una volta consegnati questi agli esecutori.
Un decreto del Senato Veneto invita il Capitano da Mar Vittore Cappello a portare a Venezia il capo di San Giorgio Martire, custodito dai Papassi greci nell'isola di Egina. Il Senato raccomanda che la sacra reliquia sia ottenuta con la persuasione e le buone maniere, non con la violenza o con la truffa. La raccomandazione non è superflua perché i Veneziani, ambiziosi di custodire nelle loro chiese corpi di Santi e di Martiri, non esitavano a ricorrere alla forza o alle più sottili astuzie pur di conseguire questo scopo.

Diverso però riuscì l’esito nella devota ricerca dei Veneziani. Poiché la sacra reliquia divenne di un leggerissimo peso (cosa insolita in altri casi) e condotta alle galere fu poi con prospero viaggio portata a Venezia, ed onorevolmente collocata nella chiesa dello stesso santo martire nel giorno 13 di dicembre dell’anno 1462. In riconoscenza però del dono ottenuto, e per dar qualche consolazione all'afflitto popolo di Egena, assegnò l’abbate Teofilo cento ducati, e cento altri ne aggiunse il senato veneto, affinché con essi si disponessero, e rifacessero le fortificazioni di quell'isola contro le frequenti incursioni dei turchi, dono che non arrivò però a mitigare il dolore per vedersi privi di un pegno tanto a lor caro del santo protettore del luogo, la di cui intercessione avevano sperimentata in tante occasioni efficace, e prodigiosa.

Il Senato Veneto decreta la costruzione di un ponte sul Canale della Madonna, a Chioggia, per rendere più agevole il pellegrinaggio dei fedeli al Tempio della Vergine della Navicella.
Sarà costruito per metà con le elemosine raccolte allo scopo, e per metà a spese del Comune.

LEGGENDA DELLA MADONNA DELLA NAVICELLA
Il 24 giugno del 1508, nel pomeriggio, un forte temporale, dagli effetti disastrosi, si abbatté sull’abitato di Chioggia e Sottomarina. Pioggia, vento e tempesta avevano sferzato per alcune ore il litorale. Verso sera, fortunatamente, la burrasca cessò ed il tempo si mise al meglio.
In questo frangente un ortolano, Baldissera Zalon, si recò negli orti, dove oggi sorge il santuario, per constatare di persona i danni che il forte temporale aveva provocato. Baldissera era un uomo semplice, un contadino, che abitava nei pressi dei suoi campi e viveva del suo lavoro negli orti.
Uscito di casa e dopo aver scrutato le nubi del cielo che si stavano allontanando ed il sole del tramonto stava facendo capolino, si sentì chiamare per nome. Dopo i primi attimi di stupore, Baldissera, si voltò e vide una Signora maestosa, tutta vestita di nero, che sedeva sopra un tronco scaraventato sulla spiaggia dai flutti del mare in tempesta. L’ortolano rimase a dir poco sbigottito, tanto che stava quasi per svenire, quando la Signora le rivelò di essere la Madre di Gesù, facendogli coraggio ed invitandolo di recarsi dal vescovo per avvertirlo che i peccati dei chioggiotti sfidavano la giustizia di Dio e che si doveva predicare con tenacia la penitenza per evitare castighi peggiori. Poi la Signora salì su di una navicella che era accostata alla riva, ma prima di allontanarsi e scomparire, aprì il suo mantello mostrando il corpo di Gesù ferito e sanguinante, facendo che capire che era stato ridotto così anche dai peccati dei chioggiotti.

Concesso allo scrittore Marin Sanudo autore dei famosi «Diari» di poter liberamente consultare i documenti della Cancelleria Ducale.
Viene reso noto che in cinque anni a partire dal 20 agosto 1777, in Venezia si istruirono 293 cause di divorzio e 22 cause di nullità di matrimonio.
Ordinato che mentre si discutono le cause di divorzio le mogli devono ritirarsi in un convento.
Muore papa Pio X (al secolo Giuseppe Melchiorre Sarto). Nato a Riese in provincia di Treviso da umile famiglia, fu sacerdote a Castelfranco e più tardi Patriarca di Venezia.
Chiamato alla Cattedra di Pietro nel 1903, disse: Accetto il Pontificato come una «croce». Fedele alla povertà delle origini, si prodigò a favore dei bisognosi, impegnando perfino il proprio orologio d'oro pur di soccorrerli.
Allo scoppio della prima Guerra Mondiale (Egli la chiamava il guerrone), che invano aveva tentato di scongiurare con appelli alla pace tra gli uomini il suo cuore vecchio e stanco rimase schiantato.
Di lui si scrisse: «La storia ne farà un grande Papa, la Chiesa un grande Santo».